Tra l’entusiasmo degli alunni di prima e la simpatia del campione paralimpico Daniele Cassioli, Gussago inaugura il concorso letterario “Sentire col cuore”, presentato sabato mattina alla scuola media Venturelli. Alla nona edizione è aperto a tutti gli studenti e si articolerà in due sezioni: racconto e composizione artistica. Gli elaborati saranno premiati a maggio nel corso della rassegna “L’ottavo giorno”, dedicata alla disabilità. “Sentire col cuore” è intitolato a Giorgio Sbaraini, il “Jos”, storico giornalista di Bresciaoggi scomparso dieci anni fa. Così lo ricorda Adriano Franzoni, direttore del periodico “Il Giornale del Gussago Calcio”, società promotrice dell’iniziativa: “Giorgio Sbaraini faceva il maestro nel dopoguerra: per lui la cultura era la chiave per superare quegli anni difficili. Quando ha iniziato a fare il giornalista è stato contattato da Eugenio Scalfari per lavorare con Repubblica, ma ha preferito restare nella sua città, divenendone una delle firme più apprezzate”. Ideatore del concorso è Giorgio Mazzini, altro collaboratore storico di Bresciaoggi, già collega di Sbaraini e coordinatore del periodico del Gussago Calcio. Simone Valetti, vicepresidente della società, ha esordito: “Vi chiederete che cosa c’entri un concorso letterario con il calcio. Ebbene, per noi lo sport è un linguaggio culturale: in campo vogliamo formare dei giocatori pensanti”.
Il concorso non potrebbe avere ispiratore migliore di Daniele Cassioli, campione di sci acquatico vincitore di 35 titoli italiani, 25 europei e 22 mondiali. L’atleta, cieco dalla nascita, ha conquistato tutti con il suo carisma, recentemente ha pubblicato il libro “Il vento contro”, presentato sabato pomeriggio a Gussago. “Tutti noi abbiamo un vento contro. Per me è stata la cecità, per altri può essere la separazione dei genitori o un’altra circostanza sfortunata. La cecità è stata per me l’occasione di fare sci nautico, di scrivere un libro, di essere qui oggi. Mi ha insegnato a essere fiero della mia diversità”. Un’alunna: “Cambieresti la tua vita per vedere?”. “È una domanda difficile – ammette – ma la vita non dipende dall’avere la vista o no. Non ho voluto mettere la felicità nelle mani dei miei occhi”.
Anna Castoldi
Fonte: Bresciaoggi